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LA RUBRICA DEI PROBLEMI COMPORTAMENTALI #1 AGGRESSIVITÀ TERRITORIALE

  • Sara BorderStyle
  • 13 giu 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

DI COSA SI TRATTA

L’aggressività territoriale è un tipo di aggressività di tipo protettivo ed è un comportamento assolutamente normale in quanto il cane, oltre ad identificare i confini della sua residenza (o comunque i confini del luogo in cui si trova, in quanto l’aggressività territoriale non si manifesta solo dentro i confini di casa ma anche in auto, per esempio, infatti la proprietà può essere sia immobile che mobile) con il suo spazio vitale e quindi con la distanza di sicurezza a cui si devono tenere eventuali estranei al branco, ha anche tutta una serie di ulteriori motivazioni per scegliere appunto di difendere il territorio che percepisce come di sua appartenenza (la residenza, per esempio, è il luogo di procreazione ed educazione dei cuccioli e il luogo in cui si trovano tutte le risorse per sopravvivere).

 

LO SCOPO E I CONFINI

Questo tipo di comportamento si manifesta attraverso ringhi, abbai, cariche di intimidazione, grattate al terreno, minzioni marcatrici e morsi.

Il cane presenta questo tipo di aggressività quando percepisce dei confini, ma tali confini non sono solo gli stessi che percepiamo noi, come muri di casa, recinzioni in giardino, auto chiusa ecc., ma sono anche confini che il cane crea nelle zone limitrofe, e nelle zone frequentate più spesso e che quindi risultano a lui familiari, attraverso marcature territoriali.

Ovvio che la presenza di confini materiali rende il comportamento più accentuato in quanto i confini sono precisi e ben definibili da parte del cane.

Spesso se i confini vengono eliminati, il cane interrompe l’aggressione.

La sequenza comportamentale completa può portare, in alcuni casi, in base alla tempra del cane, a mordere l’estraneo nel momento in cui varca il confine.

In tutti i casi di aggressività territoriale, lo scopo è quello di allontanare e non far entrare nel proprio territorio degli estranei e una volta raggiunto tale scopo il comportamento si placa, perciò il cane non abbandona mai il proprio territorio per rincorrere il soggetto da allontanare in quanto non sarebbe coerente con il fine ultimo che è la protezione del territorio stesso (quindi in questo tipo di aggressività si nota l’attenzione del cane a non oltrepassare i confini del proprio territorio).

Altra caratteristica di questo tipo di aggressività è che il comportamento si intensifica man mano che l'estraneo si avvicina al territorio.

Il cane generalmente non manifesta il comportamento aggressivo fuori dalle zone che percepisce come suoi territori, tuttavia fa presto a identificare territori nuovi di sua proprietà.

 

L'AUTO-GRATIFICAZIONE

Spesso questo atteggiamento è apprezzato dai proprietari, che lo definiscono "da guardia", e addirittura molti lo ricercano e lo gratificano.

Questo tipo di aggressività è in linea di massima normale ed è molto frequente in quanto si autoalimenta: il cane tiene il comportamento aggressivo al fine di non far entrare l’estraneo nella sua zona di sicurezza, nel suo territorio, e di farlo allontanare, e nella maggior parte dei casi, o con la sola fase di minaccia, o ricorrendo al morso, riesce nel suo intento e quindi viene premiato dal risultato ottenuto, ed ecco che è incentivato a ripetere il comportamento più frequentemente e strumentalizzando la sequenza, e quindi inizia a saltare le fasi (salta la fase di minaccia) diventando meno prevedibile.

 

TRATTAMENTO

Tale tipo di aggressività è considerabile normale, tuttavia diventa un problema quando il cane rifiuta di interrompere la sequenza comportamentale su comando del proprietario, e di conseguenza quando non permette a nessuno di entrare in casa nonostante le indicazioni contrarie del proprietario, e quindi continua il comportamento anche fuori contesto, cioè quando non è necessario (come vedremo, in questi casi, spesso l’aggressività territoriale si presenta associata all’aggressività da dominanza o comunque alla mancanza di un ruolo gerarchico preciso del cane all’interno del branco).

Nel caso in cui si volesse correggere tale comportamento, il metodo più appropriato consiste nel controcondizionamento (si coinvolge l’animale in un’attività che lo interessa e lo eccita e nel momento in cui è concentrato si inserisce lo stimolo che di solito genera la sua reazione e quindi la presenza di un estraneo nei pressi dei confini del territorio) e/o nel controcondizionamento con distrazione (nel momento in cui il cane inizia la sequenza comportamentale si inserisce una punizione, a distanza se necessario, come il collare che soffia aria o acqua, o alla citronella, che interrompa la sequenza comportamentale, e in quel momento si richiama l’attenzione del cane offrendogli un comportamento alternativo, ad esempio si può iniziare con il vieni-seduto, che verrà da voi premiato).

Alcune volte tale tipo di aggressività è associata ad una mancanza di un chiaro ruolo sociale e gerarchico del cane all’interno del branco (il cane si sente in una posizione gerarchicamente elevata e pertanto risponde alla responsabilità di proteggere il proprio territorio e il proprio branco), in questi casi è utile procedere con una Regressione Sociale Guidata che rimetta al proprio posto il cane all’interno del gruppo sociale e gli faccia capire che il proteggere il territorio va bene in assenza del proprietario capo-branco (anche se poi il cane con questo tipo di aggressività non dovrebbe mai essere lasciato da solo in luoghi recintati dove potrebbe essere un pericolo per chi passa, come per esempio in giardino) ma non in sua presenza se non è da lui richiesto.

In altre parole, in questi casi, occorre lavorare sulla gestione del cane e sul rapporto cane-proprietario oltre che sull’autocontrollo e l’attenzione del cane.

 

SARA BORDERSTYLE


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