LA RUBRICA DEI PROBLEMI COMPORTAMENTALI #22 INGESTIONI INDESIDERATE
- Sara BorderStyle
- 15 ago 2018
- Tempo di lettura: 9 min

1) INGESTIONE DI PIANTE
Di cosa si tratta
Spesso i proprietari si trovano di fronte al cane che mangia erba o piante varie e, oltre a chiedersi quale sia il motivo di tale comportamento, inevitabilmente si interrogano sulla necessità o meno di intervenire per correggerlo.
Iniziamo dalle motivazioni scatenanti. Occorre sottolineare che, ad oggi, non si è ancora individuata una causa certa e univoca sottostante al comportamento in esame, tuttavia, si possono formulare delle ipotesi.
Il cane potrebbe ingerire erba e/o piante per:
noia e/o stress: il cane particolarmente attivo che non ha modo di sfogare le proprie attitudini e le proprie energie, sia mentali che fisiche, e il cane stressato per qualsiasi motivo (per esempio: a causa di una nuova circostanza alla quale deve abituarsi, o comunque di una circostanza per lui particolarmente stressante, come può essere la nascita di un bambino, l’introduzione di un nuovo animale in famiglia, un trasloco, il trovarsi in un luogo eccessivamente affollato e/o rumoroso, ecc.; o ancora a causa di un’insufficiente attività fisica e mentale; ecc.), potrebbe mettere in atto tale comportamento per intrattenersi e/o rilassarsi;
Piacere: alcuni cani potrebbero mangiare erba e/o piante semplicemente perché gli piacciono;
Ricerca di attenzioni: il cane è un animale sociale e attivo, se non riceve sufficienti e corrette attenzioni da parte del proprietario (in termini di gioco e lavoro, non solo di coccole e passeggiate) e non ha modo di interagire e collaborare con lui al fine di scaricare i propri bisogni sociali, fisici e mentali, potrebbe ricercare tali attenzioni in modo sbagliato, cioè mettendo in atto determinati comportamenti, come l’ingestione di piante, che gli permettono di far colpo sul proprietario (anche la sgridata è una forma di attenzione per il cane);
Carenze alimentari: tale comportamento potrebbe derivare da una carenza di fibre e/o vitamine nella dieta, che il cane va a compensare in questo modo;
Sete: spesso sono proprio i cani accaldati o che stanno svolgendo attività fisica a mangiare erba e lo fanno per soddisfare il loro bisogno primario di bere;
Vomitare: a volte il cane potrebbe mangiare erba e/o piante al fine di indursi il vomito in quanto si sente un qualche squilibrio gastrointestinale (attenzione perché molto spesso la relazione causa-effetto si inverte: non è il cane che mangia le piante per vomitare, ma sono le piante stesse ad essere irritanti per il suo stomaco/intestino e quindi a farlo vomitare o a farlo andare di diarrea).
Ora passiamo al secondo quesito.
In linea di massima, tale comportamento è considerabile normale, in quanto il cane oramai è diventato onnivoro. Si oltrepassa la soglia della patologia quando l’atteggiamento diventa così frequente e incessante da impegnare totalmente il cane ad ogni uscita in presenza di erba/piante (disturbo ossessivo-compulsivo).
Oltre al caso del comportamento patologico appena citato, occorre sottolineare che, anche qualora il comportamento risultasse rientrante nelle soglie di normalità, è sempre bene correggerlo fin da subito in quanto molte piante sono irritanti per l’apparato gastrointestinale del cane, alcune sono addirittura tossiche e/o velenose, inoltre potrebbero essere stati spruzzati diserbanti o pesticidi (che sono tossici sia per noi che per il cane) e, infine, il cane, insieme ad erba e piante, potrebbe anche ingerire (e quindi trovarsi infettato da) germi, batteri e virus contenuti nelle eliminazioni di altri cani (la Giardia, per esempio, spesso si diffonde grazie a questo meccanismo).
Trattamento
Anche se, in linea di massima, questo comportamento può essere considerato normale (salvo il caso ossessivo-compulsivo), i vari rischi elencati poc’anzi mi spingono a consigliare di correggerlo sempre e fin da subito.
Prima cosa fondamentale da fare è quella di analizzare a fondo lo stile di vita del cane, la sua gestione e il suo rapporto con il proprietario, al fine di individuare una possibile causa sottostante ed intervenire di conseguenza.
Se il comportamento è dettato da noia e/o stress e/o ricerca di attenzioni, sarà opportuno insegnare al proprietario a gestire in modo corretto il cane, a lavorare con lui al fine di farlo sfogare sufficientemente sia a livello fisico che mentale e a dargli le giuste attenzioni sia in termini di quantità che di qualità.
Se il motivo che sta alla base è legato a carenze alimentari, sete o piacere, sarà consigliabile intervenire integrando la dieta del cane con pasti sostitutivi/aggiuntivi a base di verdura che soddisfino tale suo bisogno e avere sempre con sé dell’acqua al fine di dissetare l’animale quando necessario.
Nel caso in cui la causa sia l’induzione del vomito, occorre ricordare che spesso l’ingestione di piante è essa stessa fattore scatenante del vomito (o diarrea) in quanto molte di esse irritano l’apparato gastroenterico del cane, o sono addirittura tossiche e/o velenose e, di conseguenza, potrebbero peggiorare la situazione o comunque dare adito ad interpretazioni errate.
In ogni caso, se dopo l’ingestione il cane vomita più di una volta, e/o si mostra abbattuto, è necessario recarsi dal veterinario per ulteriori accertamenti.
Qualunque sia la causa sottostante, insieme al lavoro diretto ad eliminare la fonte del problema, nel frattempo occorrerà lavorare anche al fine di correggere l’atto stesso di ingerimento.
Si interverrà con controcondizionamento con distrazione: nel momento in cui il cane mangia l’erba o la pianta, lo si distrae, anche con una punizione in base al caso (secco NO) e gli si propone un comportamento alternativo (come per esempio il seduto o il terra) per poi andare a premiare il cane (solo nel caso di ricerca di attenzioni, potrebbe essere più indicato lavorare sulla distrazione da quel comportamento senza premiare direttamente il cane ma proponendogli altre attività collaborative).
2) PICA
Di cosa si tratta
Quando si parla di pica (abbreviazione di picacismo), ci si riferisce all’ingestione (non rosicchiamento e basta, comunque pericoloso e da correggere, ma ingestione), da parte del cane, di elementi non commestibili (ovviamente intendiamo non commestibili dal punto di vista del cane, perciò l’ingerimento di feci non rientra nella pica ma nella cosiddetta coprofagia, rimando all’articolo ad essa dedicato per ulteriori approfondimenti in merito).
Il cane affetto da pica, in sostanza, ingerisce volutamente elementi non commestibili come sassi, vetro, plastica ecc.
La pica può derivare da patologie fisiche come disturbi dell’apparato digestivo, oppure malattie che provocano un aumento dell’appetito (come diabete, anemia, problemi alla tiroide), da disturbi del sistema nervoso centrale, ma anche da patologie comportamentali.
Per questo motivo, in presenza di tale disturbo, è sempre consigliabile affidarsi al veterinario per escludere eventuali cause fisiche e solo poi valutare la sfera comportamentale.
L’unico caso in cui tale comportamento risulta normale, è quando a metterlo in atto è un cucciolo, in quanto afferrare con la bocca è il suo modo di interagire e scoprire il mondo esterno che lo circonda, mentre, in tutti gli altri casi, si tratta di patologia.
Nonostante la pica sia normale nei cuccioli, è comunque molto pericolosa, pertanto è importante correggerla fin da subito ed insegnare al cucciolo cosa può o non può, non solo mangiare, ma anche rosicchiare, offrendogli sempre delle alternative accettate.
In assenza di patologie fisiche, il problema potrebbe derivare da un disturbo ossessivo-compulsivo, da ricerca di attenzioni, ansia, noia o stress.
Il problema potrebbe anche essere stato causato, o comunque alimentato, da comportamenti errati da parte dei proprietari, come:
gratificazione del comportamento indesiderato attraverso lunghe conversazioni rivolte al cane (che vengono percepite come attenzioni) o attraverso elargizione di premi a patto che il cane lasci l’oggetto che tiene in bocca;
estrazione con forza dell’oggetto dalla bocca del cane (che la volta successiva presenterà ancora più possessività verso ciò che ha in bocca ed eviterà che il proprietario glielo rubi anche arrivando ad ingerirlo, se necessario);
Rincorsa del cane per togliergli di bocca l’oggetto (il cane lo potrebbe percepire come un gioco).
Trattamento
Il trattamento del problema dipende dalla causa sottostante.
Se di base è presente una patologia fisica, sarà necessario rivolgersi al veterinario. In assenza di patologie fisiche sarà opportuno indagare approfonditamente le abitudini, lo stile di vita, la gestione e il rapporto del cane con il proprietario al fine di ipotizzare il motivo scatenante ed intervenire di conseguenza.
Se la causa è collegabile a stress o noia, sarà fondamentale insegnare al proprietario a gestire nel modo corretto l’animale anche al fine di permettergli di scaricare le sue energie fisiche e mentali, ma anche a dargli le giuste attenzioni sia in termini di quantità che di qualità ed eventualmente valutare e trattare anche eventuali situazioni stressanti per il cane. Se di base c’è un problema ossessivo-compulsivo, sarà utile operare il controcondizionamento con distrazione, associando alla terapia comportamentale anche una terapia farmacologica (in genere, i farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina agiscono molto bene come riduttori dell’ansia).
A prescindere che il problema sia stato causato/alimentato o meno da comportamenti errati da parte del proprietario, al fine di trattare il problema è fondamentale rispettare le seguenti regole:
indagare e trattare, prima di tutto, il problema di base (noia, stress, ansia, ricerca di attenzioni, disturbo ossessivo-compulsivo);
Trattare in contemporanea anche i diretti atti di pica da parte del cane attraverso l’evitamento (si cerca di evitare situazioni in cui il cane potrebbe mettere in atto tale comportamento, soprattutto se sono contesti in cui si farebbe fatica ad intervenire in tempo, cioè prima che il cane prenda effettivamente in bocca l’oggetto) e il controcondizionamento con distrazione: nel momento in cui il cane fa per mettere in bocca qualcosa, lo distraggo (la distrazione, in base al caso, può essere anche una punizione, quindi un secco NO) per poi proporgli un comportamento alternativo (es. seduto o terra) e premiarlo. Durante la terapia comportamentale, nei casi in cui è necessario attuare l’evitamento, per stare più sicuri può risultare utile l’utilizzo di una museruola (attenzione al tipo di museruola che si usa, a tal proposito vi rimando al mio video in cui tratto il corretto utilizzo di vari strumenti, tra cui appunto la museruola: https://www.youtube.com/watch?v=dkzsflMlf4o&t=32s), mentre, per il controcondizionamento è opportuno procurarsi una cavezza, la quale permette al proprietario di interrompere immediatamente la sequenza comportamentale fin dalle prime fasi, chiudendo immediatamente la bocca del cane e chiedendogli successivamente di mettere in atto il comportamento alternativo che verrà premiato. L’utilizzo della cavezza rappresenta il modo migliore di affrontare tale problema in quanto permette di agire tempestivamente sulla sequenza comportamentale inserendo una punizione/distrazione super efficiente: con un leggero tiretto sulla cavezza si chiude la bocca del cane e lo si riporta in attenzione sul proprietario, in modo che sia pronto a recepire il suo comando alternativo, per essere poi premiato. Per approfondire l’utilizzo della cavezza, vi rimando allo stesso video che ho indicato in precedenza per la museruola. Il trucco è mantenere sempre la guardia alta per agire velocemente e non permettere mai al cane di afferrare l’oggetto con la bocca, questo perché convincere il cane a lasciare l’oggetto senza ingoiarlo è molto più difficile e rischioso rispetto all’azione precoce che non gli permette di arrivare ad afferrarlo (tra l’altro, l’azione tempestiva risulta anche più efficace perché il cane, rendendosi conto di non riuscire mai nel suo intento di afferrare gli oggetti da terra, a lungo andare estinguerà tale comportamento per frustrazione);
Preparare sessioni di lavoro, controllate da voi, in cui mettete alla prova il cane. Per esempio, potete iniziare a casa, ponendo a terra un oggetto che il cane è solito prendere, per correggerlo non appena ci prova attraverso il controcondizionamento associato all’utilizzo della cavezza. Durante le sessioni di lavoro da voi escogitate, potrebbe risultare utile anche spruzzare sugli oggetti-cavia delle sostanze, che ovviamente non siano dannose per il cane, ma che abbiano un gusto non gradito a quest’ultimo (es. limone);
Insegnare il LASCIA al cane durante sessioni di lavoro separate rispetto alla terapia comportamentale volta a correggere gli atti di pica (quindi, per esempio, attraverso sessioni di gioco, utilizzando giochi e non premietti, altrimenti il cane, disturbato dal problema della pica, potrebbe male interpretare il vostro concedere il premio: potrebbe pensare che lo stiate premiando per aver preso in bocca l’oggetto). Il comando LASCIA sarà un validissimo alleato in tutte quelle situazioni in cui non riuscirete ad intervenire in tempo sul cane e lui riuscirà quindi a prendere in bocca l’oggetto. Infatti, qualora si verificasse tale situazione, sarà vietatissimo togliere di forza dalla bocca al cane l’oggetto (questo potrebbe indurlo ad ingerire), dare al cane eccessive attenzioni facendo con lui lunghe conversazioni (anche dopo che ha lasciato l’oggetto) e rincorrerlo per prendergli l’oggetto dalla bocca, ma sarà opportuno intervenire con il LASCIA o comunque inducendo il cane a lasciare l’oggetto di sua spontanea volontà (in casi estremi, anche offrendogli un premio appetitoso, nonostante ciò possa essere mal interpretato dal cane). Per approfondire il metodo di insegnamento del LASCIA, vi lascio il link del mio video in cui lo spiego: https://www.youtube.com/edit?o=U&video_id=zec6_Hv2hHc ;
Non lasciare mai premietti o cibo per terra e non farglieli mai prendere da terra, ma il cibo sempre dalla ciotola e i premi sempre dalla vostra mano (il cane deve totalmente disimparare a raccogliere le cose da terra);
Oltre al LASCIA, potrebbe essere utile insegnare al cane anche lo STOP: metto l’oggetto critico di fronte al cane e appena prova a prenderlo glielo tolgo (rendendoglielo inaccessibile) inserendo il comando vocale STOP. Dopo numerose ripetizioni, il cane, per frustrazione, non proverà più a prendere l’oggetto, in quanto sa già di non riuscirci e quando non ci proverà più potrete premiarlo con un premio appetitoso elargito dalla vostra mano. Perché tale esercizio sia efficace, occorre che il cane non riesca mai a prendere l’oggetto. L’obiettivo finale è questo: quando il cane cercherà di raccogliere qualcosa con la bocca, nel momento in cui sentirà il vostro STOP, si fermerà;
Fintanto che si porta avanti la terapia comportamentale, o che si insegna al cucciolo cosa può e non può rosicchiare/ingerire, è consigliabile evitare di lasciare il cane incustodito dando adito al verificarsi del comportamento indesiderato al di fuori della nostra sorveglianza, perciò, sarà utile procurarsi un Kennel;
La prevenzione è fondamentale: non permettete mai al cucciolo di giocare e afferrare con la bocca oggetti diversi da quelli che voi gli concedete (giochi, Kong ecc.).
3) INGESTIONE DI CIBO TROVATO A TERRA
Questo è un comportamento abbastanza normale nel cane, tuttavia è molto pericoloso (vedi bocconi avvelenati, cibo dannoso per qualsiasi motivo, ecc.) e va trattato esattamente come la pica. Le regole da seguire per risolvere il problema sono le stesse viste per la pica, perciò vi rimando al paragrafo precedente sottolineando solo che, trattandosi in questo caso di indurre il cane a ignorare e rifiutare cibo da terra (non oggetti non commestibili), il premio da voi utilizzato per il controcondizionamento e lo STOP, dovrà essere di gran lunga più appetitoso del cibo scatenante il comportamento indesiderato (nello STOP, ovviamente, di fronte al cane non si metterà un oggetto ma un bocconcino che il cane non dovrà mai riuscire a prendere).
Anche qui è indispensabile la cavezza.
SARA BORDERSTYLE
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