LA RUBRICA DEI PROBLEMI COMPORTAMENTALI #15 DISTURBI ELIMINATORI
- Sara BorderStyle
- 29 giu 2018
- Tempo di lettura: 18 min

DI COSA SI TRATTA
Quando parliamo di disturbi eliminatori facciamo riferimento a tutti gli eventuali problemi legati ad un'inappropriato comportamento riferito ai bisogni (pipì e cacca).
Prima di inoltrarci nelle varie possibili cause scatenanti gli eventuali disturbi eliminatori, vediamo qual è la normale frequenza eliminatoria del cane.
Il cucciolo adottato a 8 settimane può urinare anche ogni ora quando è sveglio (quindi durante il giorno), fino a 2 volte durante la notte e defecare fino a 4 volte al giorno, mantenendosi all’interno di un comportamento eliminatorio normale.
Il cane adulto, in genere, ha necessità di urinare 3 o 4 volte al giorno e di defecare una o due volte al giorno, tuttavia, è in grado di adattarsi alle esigenze di uscita del proprietario arrivando ad urinare 2 volte al giorno e defecare 1 volta al giorno.
L’ideale per il cane sarebbe avere possibilità di accesso ai luoghi preposti alle eliminazioni almeno 3 volte al giorno, associando all’atto puramente fisiologico anche dei momenti di esercizio fisico.
Se il numero delle uscite aumenta, il cane eliminerà più frequentemente (in quanto ne ha la possibilità), ma questo non è legato ad un reale bisogno di maggior frequenza, bensì al fatto che gran parte del comportamento eliminatorio non è fine a se stesso ma ha una valenza sociale e comunicativa.
Una cosa da sottolineare è che una postura non standard del cane durante le eliminazioni non è sinonimo di disturbo eliminatorio, anzi, la postura è una componente puramente sociale (che il cane assume osservando gli altri cani).
Inoltre, prima di ipotizzare la presenza di disturbi, è sempre bene analizzare la situazione in modo più attento perché, a volte, il motivo di eventuali eliminazioni inappropriate potrebbe essere davanti ai nostri occhi. Ad esempio, capita sovente che i cuccioli giochino con l’acqua, o con le ombre che vi si formano, e che questo li porti a bere in modo sproporzionato e di conseguenza a non riuscire a tenere l’urina per tempi normali. In questi casi è necessario non lasciare l’acqua a disposizione del cane ma concedergli di bere poco e spesso, in modo da riuscire a portare avanti l’educazione eliminatoria. Anche distrarre il cucciolo ed offrirgli giochi alternativi può ridurre il suo tempo trascorso a giocare con l’acqua.
A questo punto possiamo andare ad analizzare le varie possibili cause dei disturbi eliminatori.
1) CONDIZIONI CLINICHE
La presenza di patologie fisiche degli apparati urogenitale e gastroenterico, l’incontinenza (geriatrica), eventuali problemi ai reni, virus gastrointestinali, costipazione con dolore (per esempio sul cane anziano), anomalie neurologiche, disturbo cognitivo del cane, riduzione degli estrogeni, cistite, infiammazioni varie, mancato controllo dello sfintere per sterilizzazione, eccetera, sono tutte possibile cause di disturbi eliminatori.
Come sempre in clinica comportamentale, prima di indagare l’eventuale problema comportamentale, occorre accertarsi che non vi siano sottostanti patologie cliniche.
Non mi soffermo a trattare le varie condizioni cliniche e le soluzioni ad esse collegate in quanto, in questi casi, è opportuno seguire le istruzioni del veterinario.
2) MANCATA EDUCAZIONE O EDUCAZIONE ERRATA AD ELIMINARE FUORI CASA
Occorre educare fin da subito il cucciolo ad eliminare fuori casa.
La mancata educazione, o l’errata educazione, possono portare a disturbi eliminatori.
Uno degli errori commessi più di frequente dai proprietari (anche in virtù del fatto che molti veterinari ed educatori vecchio stampo continuano a consigliare metodi inefficaci e controproducenti, come lo sgridare il cane a posteriori mettendogli il muso nella pipì, picchiarlo col giornale, o assurdità simili) è quello di pensare che il metodo corretto sia semplicemente quello di utilizzare delle punizioni ogniqualvolta si trova pipì o cacca in casa.
Non c’é cosa più sbagliata.
Premetto che il cane non capisce il nostro linguaggio verbale (fatta eccezione per i comandi che si sente ripetere sistematicamente, e che associa ad un dato comportamento, e quindi impara), non capisce i nostri discorsi, anche se spesso a noi sembra di si, ma si basa sul nostro linguaggio del corpo, sul tono della nostra voce, e sulla lettura del nostro stato d’animo (infatti, ricordiamo che il cane è dotato di un senso in più rispetto all’uomo, ed è quello dato dall’organo vomeronasale, che permette al cane di captare i feromoni e, di conseguenza, percepire i nostri stati d’animo grazie agli ormoni => questo è uno dei motivi per cui quando lavoriamo col cane con uno stato d’animo nervoso, anche se fingiamo di essere sereni assumendo un falso tono di voce e una falsa postura calma, il cane spesso non appare concentrato e sereno, come se avvertisse il nostro reale umore, ed è proprio così). Di conseguenza, gridare al cane spiegandogli a parole che cosa ha sbagliato non è la cosa giusta, il cane non vi capisce, quindi dovete essere voi a fare un passo in più per comprendere come vengono interpretate le vostre punizioni dal cane e poterle attuare solo quando risultano efficaci.
In particolare, è necessario rispettare un ferreo tempismo, in quanto, il cane associa la vostra punizione al comportamento che sta mettendo in atto nel momento in cui lo sgridate, non a qualcosa che ha commesso prima, nemmeno se è successo “poco fa”.
Questo significa che perché la punizione sia efficace (ovviamente non parlo mai di punizioni fisiche, in particolare, nel caso dei disturbi eliminatori, è sufficiente un semplice “NO” secco) bisogna che venga erogata MENTRE il cane sta mettendo in atto il comportamento inappropriato, perciò, nel caso del problema in esame, ha senso sgridare il cane, con un secco “NO”, solo se viene colto nel fatto, cioè solo mentre sta effettivamente facendo pipì o cacca in casa.
Se invece si trova l’urina o le deiezioni al rientro in casa, o comunque in un momento successivo rispetto al compimento dell’atto, a prescindere da quanto tempo sia trascorso, non bisogna sgridare il cane.
Se lo sgridate al vostro rientro a casa, lui non assocerà la punizione alle eliminazioni inappropriate (che in questi casi sono legate non tanto alla mancanza o errata educazione ma allo stato ansioso del cane in vostra assenza => ansia da separazione), ma bensì al vostro ritorno, o al comportamento che sta mettendo in atto in quel momento (ad esempio accogliervi festosamente), pertanto, ogniqualvolta rientrerete a casa il cane temerà una vostra sgridata (purtroppo i proprietari fanno caso all’atteggiamento timoroso e di sottomissione del cane solo nel momento in cui si accorgono del “malanno”, mentre se il cane non ha combinato nulla non ci fanno caso, e quindi credono che la punizione abbia effetto, ma non è così).
Allo stesso modo, se sgridate il cane perché trovate l’urina/deiezione in un momento successivo al compimento dell’atto da parte del cane, egli assocerà la punizione al comportamento che sta mettendo in atto in quel momento, non alle eliminazioni inappropriate (e, addirittura, se il cane non sta facendo nulla in quel momento, potrebbe percepire la vostra punizione come una minaccia ingiustificata e reagire manifestando aggressività da paura, e questo ovviamente inficerà il vostro rapporto con lui).
Troppo spesso, infatti, si sentono frasi del tipo “lui sa che ha sbagliato, perché quanto torno a casa, e lui ha fatto la pipì o la cacca, lo vedo che si nasconde o comunque si mostra pentito, quindi non è che non sappia che non deve farlo” e, di conseguenza, frasi ancora più insensate come “sa che non deve farlo ma lo fa lo stesso, quindi i suoi sono dispetti!” (ricordatevi che il cane NON fa i dispetti, non è geloso, non è pentito e non chiede perdono, questi sono tutti attributi emozionali, tipicamente umani, che noi diamo al cane senza ricordarci che lui appartiene ad una specie diversa che si relaziona e comunica in modo differente), che convincono sempre più (erroneamente!) il proprietario che sgridare il cane sia corretto.
A tal proposito ci tengo a sottolineare che anche il secco “NO” in caso di colta nel fatto, quando il cane elimina in casa (luogo inappropriato), se non associato ad un lavoro parallelo di ricompensa quando il cane elimina fuori casa (luogo appropriato), potrebbe creare danni, in quanto, il cane non comprende che la punizione arriva perché non è corretto eliminare in casa ma bensì è corretto eliminare fuori casa (e questo si ottiene grazie alla ricompensa fuori), ma, ricevendo solo la punizione fine a se stessa, non capisce qual è il comportamento corretto che ci si aspetta da lui, e, addirittura, potrebbe associare la punizione al fatto di urinare/defecare (così tenderà a non eliminare più in presenza del proprietario per paura di essere punito, e questo comporterà che quando verrà portato fuori al guinzaglio si tratterrà dall’eliminare per poi farlo quando il proprietario non lo vedrà, cioè in casa => si sarà ottenuto il risultato opposto).
Anche utilizzare metodi obsoleti e traumatizzanti di insegnamento (come punizioni fisiche, punizioni esagerate, mettere il muso del cane dentro la pipì, picchiarlo col giornale ecc.) possono creare lo stesso effetto (il cane si tratterrà dall’eliminare in presenza del proprietario).
In sostanza si crea l’equazione proprietario+bisogni=punizione, che è poi difficile da correggere.
Quindi, attenzione a come si utilizzano le punizioni e, soprattutto, non utilizzarle fini a se stesse, perché con le punizioni siete in grado di far capire al cane che qualcosa non va bene, ma non che cosa va bene, pertanto si possono creare errori interpretativi che determinano conseguenze non volute.
Ultima cosa riguardante la punizione è che, oltre a far capire al cucciolo che sbaglia, ha lo scopo di distrarlo in modo che interrompi il comportamento indesiderato e che il proprietario abbia il tempo di proporgli un comportamento alternativo corretto, che poi verrà premiato.
Quindi, la cosa migliore da fare nel caso in cui il cucciolo venga colto nell’atto di eliminare in casa è coglierlo di sorpresa con un secco “NO” (se necessario si può anche inserire un rumore forte, che però non deve spaventare il cane ma solo distrarlo) e prenderlo in braccio per appoggiarlo fuori e premiarlo non appena termina di eliminare.
Fatta questa lunga premessa sull’uso corretto delle punizioni, posso introdurre un possibile metodo di educazione eliminatoria da attuare con il cucciolo.
Come accennato ad inizio articolo, il cucciolo può urinare anche ogni ora quando sveglio (di giorno), e fino a 2 volte la notte, e può defecare 4 volte al giorno.
Il nostro compito è quello di far capire al cane quali sono i luoghi dediti alle eliminazioni e quali no.
Il metodo migliore prevede di portare fuori (in giardino o in passeggiata, in base a quale sia il luogo che vogliamo adibire alle sue eliminazioni) il cucciolo più frequentemente possibile (una volta ogni ora, o massimo due ore, durante il giorno, e almeno 2 volte la notte) e attendere che elimini all’esterno per subito lodarlo verbalmente con un sonoro "bravo" e premiarlo con un bocconcino (evitando quindi che il cane elimini in casa).
Oltre alla frequenza delle uscite indicata sopra, occorre fare attenzione ai momenti critici: il cucciolo, infatti, elimina sistematicamente in alcuni momenti, pertanto, al loro verificarsi dobbiamo subito prendere in braccio il cane (per evitare che faccia pipì lungo il percorso per uscire) e portarlo immediatamente fuori (o nel luogo adibito alle eliminazioni), dove lo appoggeremo e premieremo non appena eliminerà. Questi momenti critici sono: appena sveglio, appena finito di bere, appena finito di mangiare, subito dopo il gioco.
Quando uscite in passeggiata col cane per le eliminazioni, permettetegli di annusare senza strattonarlo o fargli eccessiva fretta (annusare è il suo modo di conoscere e interagire con l’ambiente circostante) e lasciategli i suoi tempi.
In alcune uscite, dopo le eliminazioni, concedete al cane di passeggiare ancora un po’, di giocare e di fare attività fisica, e non fategli mancare uscite dedicate a questo a prescindere dalle eliminazioni (un cane che esce solo per i bisogni potrebbe imparare a sfruttare l’occasione per interagire con l’esterno anziché eliminare, per poi farlo in casa una volta tornato).
Non tutti i cani rispondono nello stesso tempo all’educazione, c’è chi impara ad urinare fuori casa dopo il primo intervento, e chi invece non smette fino agli 8/9 mesi di vita, pertanto armatevi di santa pazienza e soprattutto di costanza.
Ovvio che, nonostante il vostro impegno, può succedere che il cane urini/defechi in casa, pertanto, se capita, accertatevi di sgridarlo con un secco “NO” solo se lo cogliete nel fatto e, mentre gli dite “NO", prendetelo subito in braccio e portatelo nel luogo adibito alle eliminazioni e fategli finire l’atto lì, premiandolo non appena lo farà.
Se il cane tende ad urinare mentre è in braccio, potete utilizzare un’asciugamano o uno straccio da premere sulle parti intime, in modo da indurre il blocco del flusso.
Spesso i proprietari, nel momento in cui si propone tale metodo educativo, obiettano che non hanno il tempo di portare il cane fuori così frequentemente e chiedono se si può, in alternativa, utilizzare un panno assorbente per abituare il cucciolo ad eliminare lì.
La mia risposta è “NI” (né si né no), nel senso che si può fare (si adotta lo stesso meccanismo spiegato in precedenza per insegnare al cane a fare pipì fuori, solo che lo si fa nel panno assorbente), ovviamente spostando gradualmente il panno da vicino alla sua cuccia a vicino alla porta di uscita, in modo da indurre già nel cane l’idea di doversi avvicinare alla porta per eliminare (e poi arrivare a farla fuori), tuttavia, una volta che il cane si abitua al tappetino assorbente, e si sente legittimato ad eliminare in casa, sarà più difficile togliergli questa abitudine.
Inoltre, anche se ci si aiuta con il tappetino assorbente, è importante che il proprietario continui a portare avanti il percorso fuori casa quando gli è possibile.
Quindi io consiglio sempre di fare uno sforzo in più ma di non usare i tappetini assorbenti (se non nel caso che ora spiegherò).
La difficoltà a togliere i tappetini assorbenti si manifesta anche perché il cucciolo sviluppa fin da subito una preferenza per il substrato che noi gli proponiamo, quindi, se lo abituiamo al tappetino assorbente (piuttosto che al giornale o altro), il cane cercherà sempre quello per eliminare e, di conseguenza, sarà più difficile poi convincerlo ad eliminare fuori.
Nel caso in cui si sia impossibilitati a portare fuori il cane di notte, o nel caso in cui per qualche ora non sia possibile portarlo fuori durante il giorno, è consigliabile mettere il cucciolo in Kennel con all’interno un tappetino assorbente.
Generalmente il cane non urina/defeca all’interno della propria cuccia (dove dorme), pertanto, se si abitua fin da subito il cucciolo all’utilizzo del kennel (e quindi lo si chiude dentro a dormire la notte, quando lo si lascia da solo in casa, e nei momenti del giorno in cui non lo si può avere sotto controllo, ad esempio fin che si fanno le faccende di casa), il cane non eliminerà più al suo interno (in quanto lo considera la propria cuccia) o perlomeno cercherà di trattenersi il più possibile.
Ovviamente, non appena il cane viene tirato fuori dal kennel (appena sveglio, dopo il rientro a casa o in ogni caso dopo un periodo di kennel durante il giorno), va subito preso in braccio e portato fuori, si attende che elimini e lo si premia.
L’abituazione fin da subito all’utilizzo del kennel è indispensabile in quanto il cane lo associa al luogo in cui ci si calma, ci si rilassa e si riposa, è un ottimo modo per indurre nel cane l’autocontrollo e imparare a gestire i momenti in cui non si lavora/gioca, e, inoltre, è un valido aiuto nell’educazione alle eliminazioni, nei casi di ansia da separazione (che vedremo), nel tenere il cucciolo fuori dai pericoli, nonché fondamentale per il trasporto in sicurezza del cane in auto.
A tal proposito accenno brevemente a come si può abituare il cucciolo al Kennel.
Per i primi tempi il Kennel va lasciato aperto e si abitua gradualmente il cane ad entrarci premiandolo ogniqualvolta ci entra di sua spontanea volontà, facendolo mangiare (sia i pasti che gli eventuali extra) all’interno, concedendogli un Kong o qualsiasi altro strumento di intrattenimento all’interno, eccetera. In sostanza il cucciolo deve abituarsi ad entrare e associare il Kennel ad esperienze positive.
Quando si sarà abituato ad entrare e dormirci dentro spontaneamente si può iniziare a chiudere la porta del Kennel per qualche secondo mentre il cane è dentro, poi premiarlo e riaprire.
Andando avanti si allungheranno i tempi di chiusura della porta (essendo un lavoro graduale, il cane non dovrebbe mai arrivare ad agitarsi e, in caso succedesse, non andrà premiato, ma, per premiarlo ed aprire la porta, si attenderà che si calmi). Si arriverà al punto in cui il cane starà tranquillo chiuso in Kennel e, anzi, riposerà e si rilasserà ogniqualvolta lo metterete dentro (il Kennel diventa il suo momento di Stop).
In alternativa al Kennel, in caso di problemi eliminatori, si può chiudere il cane in una stanza, ma, per ovvi motivi, il successo non sarà lo stesso garantito dal Kennel.
Una cosa che mi sento di sottolineare è che le razze selezionate per aver un eccellente olfatto (es. cani da caccia) spesso trovano difficoltà ad imparare ad eliminare nei luoghi preposti, in quanto sentono più facilmente l’odore del luogo dove hanno eliminato in precedenza e ci tornano (quindi non è una questione di minor intelligenza o altro).
In questi casi, più degli altri, è necessario pulire in modo eccellente, utilizzando anche dei buoni elimina odori, i luoghi inappropriati in cui il cane ha urinato/defecato.
Nel caso in cui il cucciolo sia più adulto, cioè intorno ai 7/8 mesi di età, oltre a seguire le indicazioni riportate sopra per i cuccioli più giovani, potrebbe essere utile associare dei pannolini da far indossare al cane quando è in casa: oltre ad evitare di sporcare, il pannolino inibisce le eliminazioni (ovviamente occorre fare attenzione perché se il cane elimina nel pannolino e non si provvede a pulire il cane sovente, potrebbero manifestarsi delle fastidiose irritazioni).
Nel caso del cane adulto, il procedimento è lo stesso, semplicemente si saranno instaurate già delle abitudini errate che si farà più fatica a correggere (se c’è una preferenza particolare per qualche substrato, sarà utile tenere il cane sotto controllo ogni volta che si avvicinerà a tale substrato, in modo da essere pronti a correggerlo qualora eliminasse).
In generale, se, oltre al cane che deve imparare le corrette abitudini eliminatorie, avete anche un cane adulto che sa già fare i bisogni all’esterno, portatelo con voi e il cucciolo quando uscite: l’apprendimento per imitazione è il più potente che ci sia.
Andando avanti con il percorso, dovrete imparare anche a fare attenzione a tutti quei segnali che il cane potrebbe dare in merito all’esigenza di uscire (ad esempio muoversi freneticamente, andare su e giù per la casa, stare davanti alla porta, piangere, eccetera) e agire di conseguenza.
Nota interessante è che se volete, durante le uscite, potete aggiungere un comando, come “fai pipì”, nel momento in cui il cane si accuccia per urinare (o “fai cacca” nel momento in cui si accuccia per defecare) e premiarlo.
Successivamente potete iniziare ad inserire il comando prima che il cane metta in atto il comportamento e attendere che elimini per poi premiarlo (facendo attenzione che l’ultimo comando dato al cane prima che elimini sia quello corretto), così gradualmente imparerà che al vostro comando è tempo di dedicarsi alle eliminazioni (alcuni cani, come quelli della polizia, o quelli che partecipano alle mostre canine, imparano ad eliminare a comando).
Altra cosa utile che potete insegnare al cane è quella di suonare delle campanelle, che voi appenderete alla porta di uscita, ogniqualvolta vuole uscire per fare i bisogni. Per farlo, sarà sufficiente indurre il cane a toccare/suonare le campanelle attaccate alla porta per poi lodarlo verbalmente ed aprirgli la porta. Presto imparerà, e, per evitare che suoni le campanelle in vostra assenza, vi basterà toglierle quando uscite.
Ultima cosa che ritengo utile sottolineare è che, anche se si dispone di un giardino, in fase di educazione alle eliminazioni è necessario uscire insieme al cane per lodarlo e premiarlo con un bocconcino appena elimina. Non è corretto lodarlo a distanza o farlo solo al suo rientro in casa perché così facendo il cane imparerà ad eliminare in ogni dove, e questo non è il vostro obiettivo.
3) PREFERENZA PER IL SUBSTRATO
Il cucciolo sviluppa fin da subito una preferenza per il substrato in cui è abituato ad eliminare (già dalle 7 settimane e mezzo di vita), pertanto è fondamentale intervenire immediatamente con una corretta educazione.
Nel caso in cui tale educazione sia venuta a mancare o sia stata scorretta, il cane non si sia mai posto il problema (come i cani randagi o i cani che hanno vissuto in canile), o il substrato che andava bene in precedenza ora non sia più gradito al proprietario, occorre intervenire per modificare la preferenza del cane.
Si procede come nel percorso educativo, prestando però maggiore attenzione in quanto si conosce la preferenza di substrato da eliminare e per farlo occorre correggerla sempre.
In questi casi il cane adulto fa meno fatica del cucciolo in quanto è perfettamente in grado, una volta compresa la volontà del proprietario, di trattenere i propri bisogni nei luoghi inappropriati alle eliminazioni.
4) INSUFFICIENTE ACCESSO ALL’ESTERNO
Anche il cane correttamente educato potrebbe trovarsi ad eliminare in casa qualora il proprietario cambiasse le proprie abitudini (per esempio spostasse gli orari e/o la frequenza delle uscite o dei pasti), oppure qualora il cane fosse impossibilitato, per qualsiasi motivo, a raggiungere il luogo destinato alle eliminazioni. In questi casi occorre indagare la causa delle eliminazioni inappropriate e risolvere quella.
5) URINAZIONE DA MARCATURA E TERRITORIALE
Il comportamento di marcatura può essere messo in atto sia dai cani maschi che dalle femmine e può riguardare sia urina che feci, tuttavia, l’atteggiamento più frequente è quello della marcatura con urina da parte dei cani maschi.
Questo tipo di comportamento è influenzato da ragioni sociali e ormonali.
La castrazione precoce (cioè prima che il comportamento della marcatura venga appreso dal cane per lungo tempo) può ridurre la marcatura notevolmente.
Come accennato in precedenza, il cane marca non solo per cause ormonali, ma anche per lasciare un proprio biglietto da visita e quindi trasmettere informazioni agli altri cani che passeranno in quel posto, o ancora per esternalizzare il proprio status gerarchico superiore (coprendo la precedente marcatura di un subordinato).
In caso di marcature eccessive e inappropriate, oltre alla castrazione, è consigliabile rivedere ed analizzare tutti i rapporti sociali del cane, anche quelli occasionali, per regolarli e gestirli nel migliore dei modi. È necessario ristabilire le corrette gerarchie all’interno del branco e permettere al cane di socializzare e interagire in modo positivo anche all’esterno del branco.
Il cane potrebbe urinare/defecare in casa anche per motivi territoriali legati al suo ruolo (di leadership) all’interno del branco familiare. In sostanza il cane urina (raramente defeca) negli angoli e nei luoghi accessibili più alti possibile e il suo obiettivo è quello di far percepire agli estranei che entrano in casa, o anche ai proprietari, che sono all’interno del suo territorio (lo scopo è proprio quello di mandare un messaggio, perciò, le eventuali eliminazioni non vanno mai pulite in presenza del cane, altrimenti, quest’ultimo potrebbe interpretare il vostro atteggiamento come interesse verso il suo messaggio).
Il trattamento, in questi casi, prevede l’attuazione della Regressione Sociale Guidata per ristabilire le corrette gerarchie familiari.
Questo tipo di eliminazione può essere confusa con la marcatura auto-rassicurativa con cui il cane insicuro (quindi non un leader) lascia tracce di urina sparse in tutta la casa con l’obiettivo di sentirsi rassicurato dal proprio odore. In questi casi il trattamento è volto a rendere il cane più sicuro di sé e più autonomo.
6) URINAZIONE DA ECCITABILITÀ
L’urinazione da eccitabilità si presenta perlopiù nei cani giovani che non hanno ancora un pieno controllo neuromuscolare (e quindi non riescono a trattenere le eliminazioni) e la situazione, in genere, si risolve da sola con l’avanzare dell’età. Tuttavia, alcuni cani particolarmente attivi ed eccitabili potrebbero continuare a presentare il problema. In questi casi, occorre agire proprio sull’eccitabilità: assicurare al cane abbondante attività fisica con lavoro e gioco (in modo da farlo scaricare), evitare tutte le situazioni e gli atteggiamenti che potrebbero mandarlo su di giri e chiedergli di sedersi o mettersi a terra e restare calmo per ottenere qualsiasi cosa. In sostanza il cane deve imparare e abituarsi a stare calmo e ad auto-controllarsi.
7) RICHIESTA D’ATTENZIONE
Il cane potrebbe imparare a fingere di urinare/defecare, quando non ne ha bisogno, solo per ottenere attenzioni da parte del proprietario e, in particolare, per essere portato fuori. Questo può succedere quando il cane non viene portato fuori sufficientemente (e quindi si inventa tale stratagemma per aumentare le uscite) o nel caso in cui il proprietario lo abbia abituato in modo errato alle attenzioni.
Il problema comportamentale della richiesta di attenzioni verrà trattato più avanti in un articolo a parte, perciò il suo trattamento verrà spiegato in un altro momento, ora mi limito a dire che si interviene sulla gestione dell’animale e sull’indifferenza verso i comportamenti che il cane mette in atto per ricevere attenzioni.
8) ANSIA ( PRINCIPALMENTE DA SEPARAZIONE)
La più frequente forma di ansia nei cani è l’ansia da separazione. Essa si manifesta quando tutti, o un certo componente del branco familiare, si separa dal cane. I principali sintomi sono: distruttività, vocalizzazioni ed eliminazioni (non è necessario ci siano tutti, potrebbe presentarsi anche uno solo di questi).
L’ansia da separazione è un frequente problema comportamentale che tratteremo in seguito, pertanto, qui mi limiterò a dire che per risolvere il problema delle eliminazioni inappropriate, causate da tale disturbo, occorre trattare proprio la sottostante ansia da separazione.
L’utilizzo di gabbie di contenimento (Kennel) e l’abitudine a portar fuori il cane per farlo eliminare prima di lasciarlo solo, in modo che la vescica sia il più vuota possibile, sono validi interventi per affrontare il problema.
9) URINAZIONE DA SOTTOMISSIONE E DA PAURA
L’urinazione da sottomissione è più frequente nei cuccioli, nelle femmine giovani, nei cani presi dai canili, in quelli che hanno subito violenze e in quelli che sono sottoposti continuamente a correzioni e/o punizioni.
La causa scatenante è palese, in quanto, in presenza di una determinata circostanza (che può essere l’avvicinamento di una persona al cane, un tono di voce elevato, un gesto brusco, un rumore forte, eccetera) il cane assume un’evidente postura di sottomissione (si accuccia con la coda tra le gambe, abbassa la testa, si butta a pancia all’aria eccetera) ed elimina (urina o feci).
In questi casi la prima cosa da fare è adottare un metodo di interazione gentile, utilizzando solo ricompense, e quindi eliminando totalmente le punizioni, ed evitando qualsiasi circostanza che possa provocare la sottomissione e l’eliminazione.
Occorre inoltre intervenire con un trattamento di desensibilizzazione e controcondizionamento, in modo che il cane associ agli stimoli che in genere gli provocano la risposta di sottomissione ed eliminazione inappropriata qualcosa di positivo (la ricompensa, un bocconcino).
Se il cane si sottomette ed elimina all’avvicinarsi di una persona, per esempio, inizialmente essa terrà un bocconcino nella mano aperta e permetterà al cane di avvicinarsi e prenderselo (con i suoi tempi, quindi senza forzarlo) senza guardarlo, senza muoversi e senza interagire con lui (all’inizio potrebbe essere addirittura necessario rivolgere lo sguardo dalla parte opposta rispetto al cane). Quando il cane avrà imparato ad avvicinarsi in modo spigliato, la persona potrà iniziare a muoversi leggermente mentre il cane prende il premio, e, successivamente, a cambiare posizione, poi a sedersi, alzarsi in piedi e infine camminare e dirigersi verso il cane (il cane assocerà la situazione alla ricompensa e quindi a qualcosa di positivo, pertanto imparerà a tenere un comportamento diverso rispetto alla sottomissione).
Se il cane non è eccessivamente sensibile, si può iniziare direttamente chiedendogli di sedersi con il bocconcino in mano e concedendoglielo solo dopo che si sarà seduto senza sottomettersi e senza eliminare urina o feci (l’ideale sarebbe portarlo fuori per svuotare la vescica e poi procedere). Se il cane urina o defeca, ci si allontana senza premiarlo e una volta calmo si riprova (prima o poi non avrà più niente da eliminare).
L’eliminazione da paura è più grave dell’eliminazione da sottomissione e si differenzia da essa per vari aspetti. Nel caso di sottomissione, le eliminazioni possono essere intermittenti e il cane sembra volere interagire ma non essere in una condizione tale da poterlo fare.
Nel caso di paura, invece, l’eliminazione non è intermittente ma avviene in una sola volta, il comportamento è più intenso e, oltre alla postura di sottomissione, si aggiungono i tratti tipici della paura (innalzamento del pelo, dilatazione delle pupille, tachicardia, tremori e possibile aggressività).
Per risolvere l’eliminazione da paura occorre, come nel caso dell’eliminazione da sottomissione, approcciarsi al cane in modo gentile, eliminando le punizioni, evitando tutte le circostanze che gli provocano paura e, infine, intervenire sul trattamento della paura con desensibilizzazione e controcondizionamento (approfondiremo tale trattamento quando parleremo delle fobie).
SARA BORDERSTYLE
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