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LA RUBRICA DEI PROBLEMI COMPORTAMENTALI #13 AGGRESSIVITÀ PREDATORIA

  • Sara BorderStyle
  • 25 giu 2018
  • Tempo di lettura: 6 min

DI COSA SI TRATTA

L’aggressione predatoria scaturisce da un istinto atavico del cane, che è appunto l’istinto predatorio, ed è finalizzata alla caccia (catturare una preda, ucciderla e mangiarla; anche se nel cane domestico che vive all’interno del branco familiare, nel quale l’aggressione predatoria non è più spinta dalla fame, come in natura, l’ultima fase potrebbe non manifestarsi: il cane uccide la preda ma non la mangia).

Trattandosi di un istinto, tutti i cani ne sono dotati, chi più chi meno (per esempio un cane da caccia, o un cane da lavoro come quello da pastore, avrà sicuramente un istinto predatorio molto più accentuato di altri => quindi la genetica ha un suo ruolo).

Generalmente il comportamento di caccia non avviene nei confronti delle specie con cui il cane è stato correttamente imprintato e socializzato (ad esempio altri cani o umani) nei primi tre mesi di vita, ma, se l’istinto predatorio è elevato (come nei cani da caccia o da pastore), il cane non è gestito correttamente, e il proprietario non gli fa canalizzare sufficientemente le energie in altro, l’aggressione potrebbe avvenire anche verso altri cani o umani nonostante i corretti imprinting socializzazione.

Partendo da un istinto naturale intrinseco in ogni cane, questo tipo di comportamento di caccia è assolutamente normale, tuttavia, diventa patologico nel momento in cui si manifesta verso le specie con cui il cane è stato socializzato (altri cani ed esseri umani) e il proprietario non ha sufficiente controllo sul cane per interrompere la sequenza.

In questo ultimo caso l’aggressione diventa pericolosa e intrattabile, e spesso, quando è rivolta agli esseri umani, si arriva a consigliare l’eutanasia.

 

SEQUENZA COMPORTAMENTALE E POSTURA

L’aggressione predatoria scaturisce da qualsiasi cosa in movimento, addirittura il cane potrebbe pizzicare il soggetto fermo per istigarlo a muoversi e nel momento in cui si muove iniziare a rincorrerlo (nel momento in cui il soggetto inizia a correre in modo irregolare, diventa ufficialmente una preda per il cane).

La sequenza comportamentale varia in base alle dimensioni della preda: se è di piccole dimensioni, si tratta di una caccia da appostamento, il cane saltella sul posto per poi balzare sull’animale a gambe unite, con coda dritta e verticale, orecchie alzate e pelo alzato sul dorso, lo prende e lo scuote fino ad ucciderlo (fino a rompergli la colonna vertebrale); se la preda è di grandi dimensioni (in natura questo tipo di caccia viene svolta in branco), essa viene inseguita fino a che non è sfinita e poi viene aggredita e uccisa.

Il cane potrebbe generalizzare o avere una certa preferenza verso determinate prede (es. gatti o pollame).

Ci si può trovare di fronte ad alcuni cani di taglia media o grande che manifestano tale tipo di aggressività nei confronti di altri cani di taglia più piccola (o cuccioli), che sono prede ai loro occhi (in questi casi di solito il cane morde l’altro sul coppino e lo scuote). In questo caso occorre chiedersi se il cane sia stato correttamente imprintato e socializzato nei periodi sensibili (nei primi 3 mesi di vita) e, in caso lo fosse stato, potrebbe essere che non sia stato socializzato con cani di taglia piccola o diversi fra loro (e di conseguenza non riconosca tutti i cani, nel caso specifico i cani piccoli, come appartenenti alla sua specie e quindi come una specie conosciuta che non è preda da cacciare), per questo è fondamentale far socializzare il cane con più stimoli possibili nei primi tre mesi di vita.

In natura anche la fame è un attivatore di tale comportamento, ma nel banco familiare questa causa è minimizzata e le motivazioni sottostanti sono di caccia pura.

Quando i cani sono in gruppo, occorre prestare attenzione perché se uno scatta in predazione su di un altro, gli altri cani del gruppo saranno incentivati a imitarlo e potrebbero contendersi la preda tirandosela via da una parte all’altra anche da viva.

La postura e la mimica non sono quelle tipiche degli altri tipi di aggressione in quanto in questo caso il cane è rilassato, l’unico elemento di tensione è l’emozione della caccia, ma non mostra minaccia o postura aggressiva.

Quando l’aggressione è rivolta agli essere umani, i morsi posso mirare alle gambe (l’obiettivo è quello di impedire la fuga della preda), al collo (l’obiettivo è l’uccisione) o alla testa.

 

TRATTAMENTO

Considerando che tale tipo di aggressività non si manifesta nei confronti delle specie con cui il cane è stato correttamente imprintato e socializzato entro i primi 3 mesi di vita, la prevenzione è fondamentale: nei primi 3 mesi di vita il cane deve essere imprintato e socializzato con più specie animali (compresi gli umani, di ogni genere: vestiti diversi, con cappello, vestiti di nero, di diverso colore della pelle, di diverso sesso, di diversa statura, di diversa età, compresi i bambini che molto spesso sono vittime di tale tipo di aggressività), ambienti, rumori ed oggetti, compresi tutti quelli che nella vita quotidiana sono in movimento (biciclette, moto, macchine, bambini che corrono, gatti eccetera), onde evitare che, una volta cresciuto, il cane scarichi verso di questi ultimi il suo istinto predatorio.

Questo tipo di aggressività deriva da un istinto del cane, perciò, al di là della prevenzione che viene realizzata attuando un’ampia socializzazione entro i primi 3 mesi di vita del cane con più elementi a rischio possibili, cioè tutti quelli che il cane incontrerà in movimento e che potrebbe percepire come prede una volta adulto (altri cani grandi e piccoli, umani, bambini, bici, moto, macchine, gatti eccetera), una volta che essa viene diagnosticata, se è rivolta verso soggetti indifesi del branco, come i bambini o gli altri animali del gruppo familiare, e la situazione diventa ingestibile, non vi è rimedio (trattandosi di un'aggressione cruenta e brutale, volta all’uccisione della preda, che spesso non dà segnali, si può arrivare a consigliare l’eutanasia; l’alternativa, sempre ammesso che il cane risulti gestibile fuori dal branco familiare in presenza degli stimoli critici, sarebbe quella di far adottare il cane da una famiglia senza altri animali e senza bambini, ma comunque il problema si presenterebbe fuori dal gruppo familiare, ed è difficile assumersi un rischio del genere).

Questo avviene in particolare quando il comportamento è rivolto verso i bambini, in quanto i loro movimenti improvvisi, scattosi e scoordinati, la loro instabilità motoria e il tono delle loro urla o dei loro pianti, fanno sì che il cane li percepisca come una preda ferita (perciò il comportamento è impossibile da eliminare una volta instaurato).

Ricordiamo, inoltre, che questo tipo di comportamento si auto-gratifica e autoalimenta ad ogni episodio andato a buon fine, pertanto occorre sempre interrompere il comportamento (anche con una punizione se necessario, in quanto il cane deve imparare cosa è consentito e cosa no) ed evitare che il cane scarichi il predatorio su oggetti/soggetti indesiderati.

In queste situazioni pericolose e impossibili da gestire (aggressioni predatorie su bambini), l’unico vero modo di estinguere tale comportamento di caccia sarebbe quello di far vivere al cane una vera punizione traumatizzante nel momento in cui mette in atto tale tipo di comportamento (non sono sufficienti punizioni fisiche o verbali, occorre che si tratti di un vero trauma) facendo attenzione però che l’evento traumatizzante non venga associato all’educatore o al proprietario ma alla preda.

Quando l’aggressività predatoria è rivolta verso oggetti in movimento (skateboard, biciclette, automobili, corridori eccetera), il trattamento più efficace è il controcondizionamento con distrazione (do per scontato che prima di qualsiasi trattamento specifico occorre costruire il rapporto con il proprietario e instaurare delle corrette e solide gerarchie all’interno del branco familiare): nel momento in cui il cane inizia la sequenza aggressiva d’inseguimento, occorre inserire una punizione distraente e richiamare l’attenzione del cane per proporgli un comportamento alternativo alla caccia (ad esempio il seduto) e premiarlo (ovviamente il premio deve essere molto attraente per il cane, in quanto deve scegliere quello all’istinto predatorio).

In questi casi (inseguimento oggetti in movimento), occorre prestare attenzione alla diagnosi, in quanto, se il cane presenta tale comportamento all’interno del proprio territorio e lo interrompe quando l’oggetto/soggetto si allontana, può trattarsi di aggressività territoriale anziché di aggressività predatoria (a tal proposito ci tengo ad evidenziare che generalmente cani che abbaiano e scattano verso oggetti o persone in movimento, sono meno pericolosi di quelli che inseguono silenziosamente).

Ricordiamoci sempre che la predazione (caccia) è un istinto del cane, pertanto, oltre a evitare di far giocare il cane con giochi che possano incitare in modo errato la sua predazione (ad esempio giocare a rincorrersi, divertirsi a istigare il cane a prendere e rincorrere altri animali, altri cani o altre persone eccetera), potrebbe essere utile insegnare al cane fin da subito a canalizzare il proprio istinto predatorio su oggetti individuati a tale scopo (giocare al riporto con palline o altri giochi, invitando sempre il cane a controllarsi, è un buon modo di far scaricare e canalizzare il predatorio sul gioco e su quell’oggetto preciso, così il cane non sentirà il bisogno di scaricarlo altrove), non consentendo invece di metterli in atto su altri oggetti/soggetti (occorre dare indicazione al cane di quali siano i comportamenti consentiti e quali no).

Ultima cosa da sottolineare: i cani con questo tipo di aggressività (qualunque sia la categoria di oggetti/soggetti verso cui è rivolta) non dovrebbero mai essere lasciati liberi e nemmeno da soli con altri cani o bambini (occorre sempre averne il controllo).

Ovviamente, come in tutti i tipi di aggressività, fintanto che si lavora con il cane per correggere i comportamenti indesiderati, occorre evitare tutte le situazioni che potrebbero scatenare l’aggressività predatoria in questione.

Inoltre, l'utilizzo di una cavezza, in caso di aggressività predatoria, è consigliato, in quanto permette al proprietario di interrompere la sequenza comportamentale appena si manifesta, e quindi di correggere il comportamento in modo più efficiente, e garantisce minor rischiosità.

 

SARA BORDERSTYLE


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