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LA RUBRICA DEI PROBLEMI COMPORTAMENTALI #2 AGGRESSIVITÀ MATERNA

  • Sara BorderStyle
  • 14 giu 2018
  • Tempo di lettura: 5 min

1) AGGRESSIVITÀ MATERNA VERSO SOGGETTI ESTRANEI AL BRANCO

DI COSA SI TRATTA

L’aggressività materna, come l’aggressività territoriale, è un’aggressività di tipo protettivo.

L’aggressione è quindi di tipo difensivo e può essere moderata (generalmente nei confronti di un intruso conosciuto) ma anche violenta (generalmente nei confronti di un predatore).

Essa ha punti in comune sia con l’aggressività territoriale, sia con l’aggressività per la distanza, in quanto nella prima il cane difende il territorio che percepisce di sua proprietà, nella seconda difende il proprio spazio vitale (la propria area di sicurezza) e nell’aggressività materna la cagna difende il luogo in cui si è instaurata con i cuccioli (generalmente tale luogo non ha vie di uscita secondarie pertanto l’aggressione potrebbe anche mostrare caratteristiche tipiche dell’aggressività da paura).

 

LO SCOPO

Nonostante questo tipo di aggressività sia caratteristica delle femmine con i cuccioli, e, in caso di pseudo-gravidanza di cagne dominanti, anche nei confronti di oggetti sostituti dei cuccioli (come giocattoli, pupazzi ecc.), essa può manifestarsi, durante la gravidanza o la pseudo-gravidanza, sia in prossimità del parto che post-partum.

Lo scopo di questo tipo di aggressività è quello di proteggere i cuccioli tenendo lontano eventuali estranei (far allontanare chiunque potrebbe far del male ai cuccioli) che la madre percepisce come minaccia.

Le femmine con aggressività materna generalmente fanno la guardia al proprio cucciolo, o al sostituto del cucciolo in caso di gravidanza isterica, anche da lunghe distanze.

 

SEQUENZA COMPORTAMENTALE E RISCHIO RECIDIVA

La sequenza comportamentale è caratterizzata da una minaccia breve, un attacco veloce e il ritorno della cagna nel suo rifugio non appena l’intruso si allontana (lo scopo della cagna, infatti, è proteggere i cuccioli senza rischiare di rimanere ferita e quindi di mettere a repentaglio l’allattamento dei cuccioli stessi).

Nella fase di minaccia la postura della cagna è bassa, cioè rimane accucciata vicino ai suoi cuccioli e ringhia fissando l’intruso. A questa breve intimidazione, se l’intruso non si allontana, segue un attacco (che può consistere in morsi multipli, anche violenti). Solo quando l'intruso si allontana dalla zona critica la cagna può tornare nella tana dai suoi cuccioli, e qui inizierà a scodinzolare e a leccare i cuccioli (questo perché il leccamento, nella fase di arresto, è tranquillizzante sia per la madre che per i cuccioli).

L’aggressione materna è sempre possibile in una cagna con i cuccioli e, come sottolineato in precedenza, anche in una cagna dominante o aggressiva che si trovi in stato di pseudo-gravidanza (gravidanza isterica), perciò i proprietari, e soprattutto i bambini, devono sempre fare attenzione nell’avvicinare la cagna che si trova in queste condizioni.

Poiché c’é un rilevante rischio di recidiva nelle pseudo-gravidanze, una volta che scompaiono i sintomi si consiglia di sterilizzare la cagna (l’aggressività materna dipende infatti dallo stato ormonale).

 

TRATTAMENTO

Per quanto riguarda il trattamento dell’aggressività materna, occorre sottolineare nuovamente che l’aggressione materna verso estranei è un comportamento normale e può manifestarsi più facilmente in cagne dominanti o il cui status sociale è incerto.

Nel secondo caso occorrerà rivedere e correggere l’intera gerarchia del branco familiare, magari attuando una Regressione Sociale Guidata.

In generale durante la lattazione sarebbe meglio non somministrare farmaci psicotropi perché potrebbero andare a finire nel latte, piuttosto ci si orienta verso trattamenti omeopatici alternativi, e, nei casi gravi in cui il farmaco fosse necessario, sarà indispensabile svezzare rapidamente i cuccioli e fornire loro un latte artificiale, affidandoli a una cagna nutrice o a un cane maschio buon educatore.

Il trattamento generale indicato per l’aggressività materna è sicuramente quello dell’abituazione e della desensibilizzazione, e, se necessario, si farà ricorso anche a strumenti meccanici di contenimento come catena e/o museruola.

Il trattamento richiede tempo e si basa sull’evitare le situazioni che inducono l’aggressione: la cagna va lasciata tranquilla con i cuccioli (se si ha necessità di sistemare e manipolare i cuccioli, lo si fa in assenza della madre, magari mentre è a fare una passeggiata). Chiamarla per farla allontanare dai cuccioli e premiarla per essere calma e buona aiuta a ridurre la sua ansia.

Ovviamente bisogna prestare attenzione che tale tipo di comportamento materno non vada ad interferire con la normale socializzazione primaria dei cuccioli, e, in tal caso, occorrerà procedere alla corretta socializzazione dei cuccioli con persone, bambini e stimoli vari, in assenza della madre (quindi occorrerà separare la cagna dai cuccioli durante le sessioni di socializzazione.

Inoltre, per evitare che i cuccioli imparino per imitazione dalla madre a diffidare degli estranei, sarà opportuno separare la cagna dai cuccioli anche in occasione di visite da parte di estranei.

Concludo sottolineando, ovviamente, che terminata la pseudo-gravidanza o lo svezzamento, generalmente intorno ai due mesi di vita dei cuccioli, il comportamento aggressivo diminuisce fino a estinguersi.

Tutto quello che è stato detto finora riguarda l’aggressività materna nei confronti di soggetti estranei alla prole e al branco, e abbiamo detto che, salvo situazioni incontenibili ed eccessive, può rientrare tra i comportamenti normali.

Particolari aggressioni materne, invece, non rientrano nella normalità e quindi risultano anomali e da correggere, si tratta dell’aggressività materna verso la prole e verso i proprietari.

 

2) AGGRESSIVITÀ MATERNA VERSO LA PROLE

DI COSA SI TRATTA

Quando parliamo di aggressività materna verso la prole, ci riferiamo all’abbattimento (uccisione) o al non prendersi cura di uno o più cuccioli da parte della madre.

In natura, dove le motivazioni di conservazione della specie sono ancora valide, tali comportamenti si verificano solo se il cucciolo dimostra chiaramente di non poter sopravvivere ad un normale percorso di crescita.

Nei cani urbani, invece, che hanno perso le motivazioni di conservazione della specie, e che non hanno più nessuna voce in capitolo rispetto alla loro riproduzione e alla scelta del loro partner, tali comportamenti possono essere legati a gestioni e ambienti non idonei ad una serena gestazione, oppure a scelte d’accoppiamento che provocano disagi fisici nella gestazione (tutti fattori che possono creare ansia e far vivere in modo non sereno la gestazione alla cagna), oppure a un parto doloroso (la madre potrebbe associare il dolore del parto ai cuccioli e reagire di conseguenza), o, infine, ad una prolungata pressione da parte di un estraneo nel “minacciare” la prole della madre (la madre, disturbata, potrebbe reagire ingerendo il cucciolo o il sostituto).

 

TRATTAMENTO

Per prevenire tali problemi occorre che l’allevatore scelga con criterio il partner della cagna, metta la madre nelle condizioni ideali per vivere con serenità la gestazione e, attraverso l’aiuto di un bravo veterinario, faccia in modo di rendere meno doloroso e traumatizzante possibile il parto.

Nel caso tali comportamenti si verificassero, occorrerà intervenire in base alla causa scatenante, e, nella peggiore delle ipotesi, sarà necessario dividere la cagna dai cuccioli.

Il fatto di uccidere i propri cuccioli potrebbe essere anche un tratto ereditario, pertanto in questi casi, al termine del periodo, si consiglia la sterilizzazione.

 

3) AGGRESSIVITÀ MATERNA VERSO I PROPRIETARI

DI COSA SI TRATTA E TRATTAMENTO

Altro comportamento anomalo è quello dell’aggressività materna nei confronti dei proprietari.

In questi casi, purtroppo, l’intervento non può essere immediato perché troppo rischioso per la prole.

Di conseguenza occorre affidare il controllo della situazione al veterinario, e solo una volta rientrati nella normalità il proprietario potrà iniziare un percorso per ricostruire un corretto rapporto di fiducia con il cane.

 

SARA BORDERSTYLE


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