LA RUBRICA DEI PROBLEMI COMPORTAMENTALI #6 AGGRESSIVITÀ DA PAURA
- Sara BorderStyle
- 18 giu 2018
- Tempo di lettura: 5 min

DI COSA SI TRATTA
Questa forma di aggressione compare quando il cane ha paura, si sente minacciato da qualcosa o qualcuno (che oltrepassa l’area di sicurezza, si può trattare di un altro cane o di un uomo), e ogni altra alternativa, in special modo la fuga, è impossibile da attuare (ad esempio quando si vuole far uscire a forza il cane da un luogo circoscritto in cui si è rifugiato).
Il cane si sente di non aver via d’uscita.
Attenzione che in alcuni casi la mancanza di via d’uscita, quindi il non poter fuggire, è percepito dal cane in modo errato, per esempio un cane allevato in gabbia, o che ha vissuto gran parte della vita in gabbia, potrebbe non saper fuggire, la fuga non è nel suo bagaglio comportamentale che invece si limita all’immobilità e all’aggressione nel momento in cui si sente minacciato.
In pratica tutte le situazioni di autodifesa, in cui il cane si sente minacciato da qualcosa o qualcuno, ha paura, e percepisce di non avere vie d’uscita, possono sfociare in aggressione da paura.
Ad esempio, un cane che manifesta segnali di pacificazione e sottomissione, ma che malgrado tutto viene punito (ingiustificatamente, visto che si era già sottomesso), può ricorrere all’aggressione da paura.
Anche un cane che aggredisce per irritazione (per esempio perché ha dolore), se punito, potrebbe reagire manifestando aggressività da paura.
Il contesto e le circostanze che hanno scatenato la paura rischiano di automatizzare l’aggressione per condizionamento classico (cioè in situazioni analoghe la paura si manifesterà di riflesso, in automatico), e un esempio di tale automatismo può essere il caso del cane che manifesta paura ogni qualvolta viene portato dal veterinario.
SEQUENZA COMPORTAMENTALE
La sequenza comportamentale dell’aggressione da paura differisce da quella normale in quanto manca la fase iniziale di minaccia (tuttavia il cane presenta dei segnali emozionali di paura), l’attacco è repentino e incontrollato e spesso possono esserci altre manifestazioni di paura come minzione e defecazione.
In sostanza, quando la distanza critica (distanza di sicurezza del cane) viene oltrepassata, il cane aggredisce in modo disperato e irrazionale, provocando anche gravi ferite.
Non c’è fase di arresto e di pacificazione in quanto, terminata l’aggressione, il cane fugge e si rintana, pronto a riattaccare qualora si verificasse una nuova intrusione nella zona in cui si è isolato.
POSTURA E SEGNALI EMOTIVI DI PAURA
La postura da paura è una postura bassa, la mimica presenta pupille dilatate, occhi sgranati, segni neurovegetativi come sudorazione (ricordiamo che il cane presenta ghiandole sudoripare solo in alcuni specifici punti del corpo, come per esempio nel naso e nei cuscinetti plantari), e possibili minzioni e/o defecazioni.
Il cane potrebbe abbaiare, ringhiare o brontolare mentre indietreggia, per poi attaccare nel momento in cui non ha più via d’uscita e si sente messo alle strette.
Il cane potrebbe anche mordere alle spalle per poi scappare via.
Altri segnali di paura possono essere le orecchie abbassate, la coda fra gli arti posteriori, tremori (il cane può tremare durante e dopo l’aggressione), ansimazione e salivazione, eventuali brontolii con sollevamento delle labbra per mostrare i denti, piloerezione (pelo che si alza).
Alcune volte, alla postura bassa, si può sostituire una postura alta, mischiata però con i segnali di paura involontari descritti poco fa.
TRATTAMENTO
Questo tipo di aggressione non è considerabile patologica, in quanto motivata da paura (l’aggressione da paura, evento che deve essere catalogato negli incidenti e non nelle abitudini, è una situazione normale).
Occorre valutare se la paura è coerente con il contesto, e quindi giustificabile, e, se non lo è, sarà la fobia a dover essere trattata, in quanto una volta eliminato il sentimento di paura, scomparirà anche il comportamento aggressivo difensivo.
In questi casi, per trattare la fobia/paura, occorrerà evitare tutte le situazioni in cui il cane dimostra aggressività da paura fintanto che non sarà stato desensibilizzato a tali stimoli.
I trattamenti comportamentali più utilizzati in questi casi sono il controcondizionamento (si tiene impegnato e tranquillo il cane con dei comandi semplici quali seduto o terra, e lo si premia fintanto che si inserisce lo stimolo che generalmente scaturisce la sua paura) o controcondizionamento con distrazione (nel momento in cui il cane inizia a mostrare i primi segni di aggressività da paura, occorre distrarlo, anche con una punizione se necessario, per poi richiamare la sua attenzione e proporgli un comportamento alternativo, come il seduto, e premiarlo. La punizione distraente, nei cani aggressivi, non deve mai essere fisica e non deve mai essere fine a se stessa: spesso il cane con aggressività da paura abbaia, pertanto si potrebbe utilizzare un collare alla citronella) e la desensibilizzazione (si insegna al cane a stare calmo e a lavorare tranquillamente in assenza di stimoli, dopodiché si inizia a inserire lo stimolo che impaurisce il cane gradualmente, con volumi bassi se si tratta di suoni o a distanza se si tratta di soggetti, per aumentare pian piano la sua presenza in modo da far abituare e desensibilizzare gradualmente il cane a tale stimolo).
È fondamentale sottolineare che tali trattamenti sono secondari ad una prima fase in cui si lavora per insegnare al cane a stare calmo e a seguire le istruzioni del proprietario in assenza di stimoli, e solo poi si può procedere con la modificazione comportamentale attraverso controcondizionamento e desensibilizzazione.
In alternativa a tali trattamenti, in alcuni casi particolari (paure specifiche non generalizzate e cane non pauroso in generale), si potrebbe procedere con l’immersione controllata (si sottopone il cane allo stimolo che gli provoca paura tenendolo con metodi contenutivi meccanici, come guinzaglio o cavezza, fintanto che il cane non si calma almeno del 50%), tuttavia è un metodo molto rischioso e spesso poco etico, perciò di solito si preferisce adottare i primi due citati.
Sebbene, durante il trattamento, si cerchino di evitare le situazioni a rischio, non siamo sempre perfettamente attenti, perciò far indossare al cane una cavezza permette di gestire in modo migliore l’interruzione della sequenza aggressiva qualora si manifestasse.
Una cosa importantissima da ricordare è che non bisogna assolutamente dare attenzioni e confortare il cane nei momenti in cui mostra paura, in quanto così facendo, non fareste altro che premiare e dare conferma al cane della correttezza del suo comportamento timoroso.
Occorre sottolineare, come già anticipato precedentemente, che l’aggressione da paura è un evento eccezionale (anche se bisogna tener presente che gran parte dei cani paurosi può mordere) in quanto si manifesta nel caso in cui il cane abbia paura e non sia in grado di fuggire, perciò difende se stesso (la propria sopravvivenza) aggredendo in modo irrazionale e incontrollato.
Questa mancanza di controllo rende l’aggressione da paura molto pericolosa.
Questo tipo di aggressività potrebbe anche essere associata a trattamenti dolorosi, ad abusi (cani che hanno subito maltrattamenti hanno imparato ad essere spaventati) o a punizioni inappropriate (in quest’ultimo caso il cane non associa la punizione al comportamento inappropriato ma bensì alla persona che la eroga).
Il cane, in seguito a traumi di socializzazione, o ad altri fattori già citati (come il fatto di avere dolore) potrebbe manifestare aggressività da paura anche verso altri cani.
Infine, l’aggressività da paura è spesso una componente dell’ansia, e in questo caso l’ansia andrà trattata per ridurre la pericolosità del cane (alcuni sintomi dell’ansia sono: eccessiva attenzione e controllo; sbadigliare ripetutamente; pupille dilatate; leccarsi ripetutamente; leccarsi ripetutamente le labbra; frequenti deglutizioni, ansimare; tremare; sensibilità ai rumori e altri segni di disagio).
SARA BORDERSTYLE
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